È il giornalista che mi ha fatto innamorare di questa professione, l’uomo che oggi, a distanza di oltre vent’anni dal suo esordio in televisione e in radio, è capace di fare ancora un giornalismo pulito, vero, senza fronzoli e senza padroni…e soprattutto senza aver venduto l’anima al “diavolo”. Basta leggere la presentazione del suo sito per capire chi è davvero Michele Plastino, giornalista tra i più famosi nella capitale e che hanno imparato a conoscere ed ammirare anche nelle altre regioni. Parlare per me di Michele, che ne sono un estimatore ed un amico, è un grande piacere perché conosco bene i sentimenti e le emozioni che animano il suo modus vivendi e la sua attività di giornalista. Ha portato il calcio straniero in Italia con la trasmissione “Football Please”, poi il “mercato”, i diritti e/o altri fattori glielo hanno portato via ma lui non si è dato per vinto ma ha continuato a promuovere il calcio che piace a noi, alla gente semplice che si emoziona per un goal all’ultimo minuto e per l’abbraccio al padre o all’amico del piano di sopra per una vittoria decisiva della squadra del cuore. Mi riferisco al calcio dell’olio canforato – come dice sempre Michele – a quello dei campi di periferia e dell’oratorio, che riesce a volte a sfornare campioni che arrivano anche in serie A. Michele Plastino è un grande giornalista, dai suoi programmi sono usciti giornalisti illustri che oggi sono “colonne” della Rai e della Fininvest e che mai si sono dimenticati del loro “maestro” che negli anni ha deciso di avventurarsi, come se non gli bastassero tutti gli impegni televisivi che ha, anche in programmi alla radio. È un “numero uno” tra i giornalisti, così come ho definito Totti per i calciatori e Fiorini per gli artisti; come loro Michele è una persona genuina che racconta il calcio con emozione e che lo vive con gioia, che lo ha praticato a livelli…(beh non proprio come dice lui…) e che è in grado di emozionarsi per il suo lavoro, per i suoi affetti, per la sua squadra del cuore e di commuoversi come un ragazzino, con la purezza di un ragazzino, se incontra un vecchio amico, come è successo – ed io ne sono testimone oculare – a Scauri, la sua e la mia Scauri, nel 2004. Mi piace ricordare, infine, che è l’ideatore e il conduttore di Goal di Notte, una trasmissione televisiva che va in onda in diretta nel Lazio la Domenica sera e in altre Regioni, sempre in diretta, in altri giorni della settimana ma soprattutto che è una trasmissione che è stata ideata e che è nata con un anno di anticipo rispetto al famoso “Processo” di tale Biscardi.

Per te il giornalismo è una professione, una vocazione o una passione?

Alla fine, probabilmente è un insieme di tutte e tre le cose.

Un giornalista può esprimere le proprie idee politiche e sportive o deve rimanere chiuso in un “guscio”?

Dipende se vuole essere unicamente al servizio della gente o tiene ad una carriera mirata.

Credi nell’esistenza dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti e della Federazione Nazionale della Stampa?

Si, con qualche riserva.

Perché si o perché no?

Dovrebbe allontanarsi sempre di più da vecchie idee corporative ma siamo sulla buona strada e l’accesso dovrebbe essere dipendente da una preparazione di studi qualificati.

Ci racconti il calcio da trenta anni con emozione e gioia. Se non ci fosse stato il pallone, cosa avresti fatto?

Cinema.

Ha dato più il calcio a Plastino o più Plastino al calcio?

Il calcio a me.

Sei stato il “maestro” di grandissimi giornalisti che oggi conducono programmi televisivi in Rai e Fininvest, perché non hai mai fatto…il salto della barricata?

È una scelta “involontaria”. Non ho mai avuto richieste specifiche.

Le tue idee politiche hanno condizionato positivamente o negativamente la tua professione?

Non ho mai avuto sponsor politici.

Nel calcio ci sono più …palloni o pallonari?

Pareggio.

Hai conosciuto, nel corso della tua attività, migliaia  di  calciatori  e  molti  presidenti  ed allenatori. Fammi il nome di una persona per ogni categoria   a   cui   sei   rimasto   maggiormente affezionato.

D’Amico, Boban e Di Bartolomei tra i calciatori, Ranieri e Lovati tra i mister, Sensi e Viola tra i Presidenti.

Berlusconi ama il calcio e la comunicazione…ad occhio e croce dovresti stimarlo.

Anche Mussolini era laziale…

Calcio e sociale, cosa ne pensi?

Si fa poco.

Se ti dico Napoli, cosa mi rispondi?

Eduardo, Totò, Maradona e …Canale 21. Un grande affetto.

…E se ti dico Scauri?

La mia infanzia, adolescenza, gioventù. Mia madre, mio padre. Il calcio sulla sabbia…ero bravo. Ogni tanto la notte sogno di fare ancora goal e poi tuffarmi in acqua.

Quest’anno riorganizzerò, quale delegato allo Sport e alla Comunicazione di Minturno, un incontro di calcio a Scauri tra vecchie glorie e giocatori professionisti con successivo Forum. Sarai presente, vero?

Solo se gioco…ma sulla sabbia.

Intervista in esclusiva per il libro realizzata in data 09.11.2005

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