Carmine Falso: un gentiluomo sulla panchina

Serio e leale, gioviale ed entusiasta, cordiale ed appassionato, questo è il ritratto di Carmine Falso, brillante uomo di sport nato a Ventosa, ad un passo da Castelforte e da SS. Cosma e Damiano e a due da Scauri e da Formia. Sono legato a Carmine da sincera amicizia ed ho tifato spesso per le squadre che ha allenato, atteso che delle stesse mio cugino Antonio, che ho seguìto negli anni per i campi di tutta Italia, ne era sovente il direttore sportivo. Campi di serie C e D, di promozione ed interregionale, dove si “vive” il calcio vero, quello per intenderci … dell’olio canforato. E così tra una partita a carte e l’altra nei vari ritiri, tra una passeggiata e l’altra prima della partita, tra un pranzo ed una cena, ho conosciuto negli anni il nostro mister e parlato con lui di tutto: di calcio, di motori, di donne, di mare, ho cantato e suonato la chitarra con lui. Così giorno dopo giorno, partita dopo partita, è nata la stima e l’amicizia per Carmine che per i suoi modi fermi ( è chiamato dai suoi giocatori e dalla moglie “il tedesco” ) e garbati al contempo, mi ricorda i più blasonati Sven Goran Eriksson e Gigi Simoni. Carmine, che per 90 minuti ha fatto coppia difensiva insieme a tali Brio e Marangon nella Juve primavera che si allenava contro la Juve A, annullando praticamente …un certo Roberto Bettega, vanta un curriculum da calciatore e da allenatore di tutto rispetto. Da calciatore ha militato nella Elis, nel Bettini, nella Roma primavera, nella Casertana, nella Afragolese, nel Turris e nel Formia. Da allenatore ha guidato l’Aversa, il Formia, il Cisterna, il Real Cassino e la Puteolana. Un uomo che mangia pane e pallone praticamente da trenta anni e che ha comunque anteposto lo studio (è insegnate di educazione motoria) e la famiglia, all’attività sportiva nella quale ha tuttavia raggiunto risultati più che considerevoli. In una caldissima ed umida giornata di Agosto, in un bar al centro di Scauri, con l’aria condizionata a mille e bibite fresche che andavano e venivano, con la solita schiettezza, cementata da una pluriennale amicizia, Carmine si è concesso ancora una volta al mio microfono parlandomi da vero innamorato di calcio, di zona e marcatura a uomo, di “casino organizzato” (che sarebbe il suo pressing), di mio cugino Antonio, di mare e di preti, di amici in comune, Brunner e Fava su tutti. Il tutto in circa tre ore, prima di correre a casa sua a mangiare di tutta fretta spaghetti, prosciutto e melone per poi buttarci sul divano a vedere la cassetta dove sono registrati i goal della sua Puteolana, con la quale è stato promosso in serie C.

Qualche dato anagrafico Carmine.

Sono nato a Ventosa, vivo a Scauri, sono coniugato ed ho due figli. Sono diplomato Isef ed oltre ad allenare insegno educazione motoria.

Quando hai iniziato ad allenare?

Appena ho terminato di giocare ho iniziato grazie alla società calcio Formia ed a tuo cugino Antonio a fare il “secondo” di Alfredo Ballarò, che era l’allenatore del Formia che militava quell’anno in serie C2 e sempre grazie alla società e ad Antonio ho potuto frequentare in quel periodo anche il corso di allenatore professionista a Firenze. Proprio mentre stavo ultimando il corso ricevetti una telefonata di Antonio che mi informava che era stato esonerato mister Ballarò e mi comunicava che ero stato designato quale sostituto alla guida della squadra. Vissi subito due sensazioni tra loro contrastanti, ero infatti dispiaciuto per l’esonero del collega ma contemporaneamente felice di essere stato scelto quale mister in “prima”. Esordii contro il Catanzaro e schierai tra i pali come senz’altro ricordi un altro esordiente, il nostro amico Alex Brunner. Vincemmo 2 a 1 una partita tirata ed i tifosi mi proclamarono salvatore della patria. Poi ho fatto altre esperienze, allenando, in alcuni casi anche a più riprese, la Puteolana, l’Aversa, il Cisterna, il Real Cassino ed il Formia.

Cosa chiedi e cosa dai ai tuoi giocatori?

Tanta onestà, tanto impegno e tanta correttezza. Questo è il comportamento che assumo con loro e questo è il comportamento che loro devono assumere con me. Prediligo il rapporto umano e ritengo che questa sia la via migliore per ottenere nella vita successi in ogni campo.

Sei un allenatore a “uomo” o a “zona”?

Guarda Ercole, il calcio non lo dobbiamo inventare noi, gli allenatori dispongono le squadre in campo a seconda degli uomini che i presidenti gli mettono a disposizione e dei risultati che si devono conseguire. A me piace il bel calcio ma a volte conta di più il risultato.

Con Carmine e mister Nello Di Costanzo

Che pensi di Trapattoni?

Un grande che però ha commesso per me un gravissimo errore ai mondiali non convocando Ciro Ferrara che stava benissimo fisicamente e che era reduce da un grandissimo campionato e portando viceversa Iuliano che era la sua riserva nella Juve e Materazzi che non è … proprio Ferrara.

Se ti dico Mancini che mi rispondi?

Sai benissimo che ricordo evoca in me e sai perfettamente che avendo studiato dai preti mi è stato insegnato il rispetto rigido delle regole, cosa che in una comunità civile tutti dovrebbero peraltro fare. Premesso questo ti dico che le “regole del calcio” stabiliscono che un allenatore di una società non può essere tesserato nello stesso anno per due squadre diverse anche nel caso di rescissione del contratto. Questa regola per il signor Mancini è stata palesemente ed ingiustificatamente violata perché gli è stato concesso nello stesso anno di lasciare la Lazio dove era il “secondo” di Eriksson e di passare ad allenare la Fiorentina. Ebbene oltre alla prima infrazione, cioè a quella di non poter essere tesserato nello stesso anno per due squadre, al “Mancio” è stato consentito anche di allenare una squadra di serie A pur non essendo titolato a farlo, non avendo conseguito ancora a quel tempo il relativo patentino di prima categoria. Petrucci era il commissario del settore tecnico e concesse una deroga speciale grazie alla quale Mancini ebbe modo di fare ciò che voleva in barba alle regole e di non essere squalificato, così come per tali infrazioni prevedeva il regolamento. In quell’anno allenavo il Real Cassino e decisi d’accordo con la società di rescindere il contratto a metà campionato. Qualche mese più tardi sono stato contattato dal Presidente della Puteolana che militava in serie C e che mi offrì la guida della squadra. Feci due calcoli: società di prestigio, vicino a casa, buona squadra e buona vetrina, rimetto gli scarpini, ok accetto. Se è stato consentito a Mancini di cambiare due squadre nello stesso anno lo può fare anche l’umile Falso, pensai con il sostegno del Presidente e della società. Così non fu, qualcuno del “palazzo” ebbe a dire che c’era una regola precisa che andava rispettata, pena la squalifica. E qui esce fuori il Carmine Falso che tu conosci, ma che molti non si aspettano: decisi di non tornare indietro e di allenare ugualmente la Puteolana davanti ai giornalisti, ai tifosi, agli altri media, riuscii a portare la squadra ai play off e non sono stato squalificato. L’anno successivo ho ripreso dopo la pausa estiva ad allenare la Puteolana e tutto è andato bene, ero ancora al mio posto, il “palazzo” era rimasto fermo, non aveva “voluto vedere” o “voluto sapere”.

Ok per Mancini e se dico Luciano Moggi?

Ero giovane, prestante fisicamente, ero un buon colpitore di testa e coprivo bene la zona, non ero insomma niente male. Giocavo a Roma con il Bettini ed il Presidente Lilly Bergamo mi disse che dovevo andare a Torino a fare un provino. Ci accompagnò Luciano Moggi che a quel tempo era l’osservatore per il Lazio della Juventus; in aereo fu simpatico e mi incoraggiò, passai tre giorni bellissimi insieme alla Juve di Zoff, Bettega, Anastasi e Furino e ai più giovani Brio, Marangon e Zanone. Poi tornai a Roma e … misteri del calcio, mi ritrovai a giocare con la Roma primavera.

Hai allenato in questi dodici anni centinaia di giovani, disegnami la tua squadra migliore.

Non vorrei fare torto a nessuno perché ne ho allenati molti di buoni giocatori.

Vai tranquillo.

Ok, in porta Alex Brunner, un ragazzo che era “vecchio” anche da giovanissimo, era già maturo quando giocava con noi a Formia in serie C. In quel periodo faceva anche il servizio di leva e lontano da casa assolveva a questi due impegni con grande serietà e determinazione. Solo l’intuito del direttore Fragasso e la sua grande forza di volontà lo hanno portato in serie A. Centrali difensivi Polenta (attuale direttore sportivo della Sambenedettese), Dionisio e Bizzarro, tutti e tre bravissimi nell’uno contro uno, a centrocampo due mastini come Migliaccio e Di Trapano e due laterali d’attacco come Genco e Vanacore, “cervello” Tavolieri, lo Zidane della serie C, avanti Pirozzi e Campilongo. E ancora tra gli altri Gragnaniello, Sarnelli, Trovò, Luceri, Morgagni e Cardillo. Tutti giocatori questi che ti ho detto, Ercole, che tu conosci bene e che come sai hanno calcato ed alcuni ancora calcano i campi di A, B e C. Poi vorrei Attilio Cesarano come Presidente, Antonio Fragasso come direttore sportivo e … Ercole Fragasso come addetto stampa. Che squadra, dormirei tutte le notti e vincerei sempre.

Grazie per la fiducia, andiamo avanti. Raccontami un aneddoto simpatico, per esempio quello dei frigoriferi del residence di Formia….

Direi non proprio simpatico. Ai tempi del Formia, in serie C, vivevano insieme in un residence Brunner e Trovò, che erano professionisti seri e ragazzi a modo. Dividevano la casa con due giovani che l’Inter aveva mandato da noi a fare le ossa. Seppi da fonti riservate che questi ultimi non erano proprio un modello di professionismo e la sera non rincasavano proprio in orario. Erano due giocatori di grande talento ma il fatto che sapevano trattare bene la palla e che erano dell’Inter, unito ad una eccessiva esuberanza caratteriale, li portava ad assumere atteggiamenti non proprio da calciatori professionisti. Una sera allora, decisi dopo cena, di piombare all’improvviso nella casa che dividevano come ti ho detto con Alex e Mauro e non li trovai. Chiesi a Brunner e Trovò dove fossero ma non venni a sapere molto da loro, apriì di scatto il frigorifero e trovai dentro bottiglie di tutto … tranne che di acqua. Il resto … te lo racconto a microfono spento.

Allora Carmine chi allenerai quest’anno?

…Devo ancora decidere, mi cercano Juve, Milan ed Inter, devo valutare bene, comunque tu vieni con me a fare l’addetto stampa.

Pubblicato su “Forum” in data 31.7.2003

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