Gianfranco Conte: un amico “Onorevole”

Giovanile di aspetto, brillante, dinamico, attendibile, alla mano, serio, impegnato socialmente e ancora, sveglio, simpatico, cordiale, uomo con grande senso del dovere. Questi sono gli aggettivi ed i giudizi che gli uomini e le donne del Polo del Lazio sud pontino – collegio elettorale di Gianfranco Conte- spendono per l’amico “Onorevole”. Spocchioso, arrogante e antipatico, sono gli appellativi con i quali gli avversari politici dipingono l’amico Gianfranco. Conosco bene la politica e ancora meglio l’Onorevole Conte, che mi pregio di frequentare da oltre dieci anni e cui sono legato da un’amicizia sincera e schietta; concordo ovviamente con i primi giudizi che rispondono per me fedelmente alla caratterialità e alla personalità del Deputato di Forza Italia ed anzi mi permetto di aggiungere un personalissimo giudizio. Gianfranco è una persona semplicissima, con un sorriso assolutamente ammaliante ed una dote rarissima per gli uomini in genere e per i politici in particolare, la coerenza. E sì è proprio così, forse ben pochi sanno che in una passata Legislatura, con la sinistra al Governo e la crisi di Prodi in atto, Antonio Di Pietro chiese con insistenza all’Onorevole Conte, per il tramite della portavoce delle Federcasalinghe, di fare il salto della barricata e di passare nelle file dell’Ulivo in cambio di un incarico da Sottosegretario di Stato. Fedele ai suoi principi politici e agli impegni assunti con i suoi elettori, Gianfranco Conte ha “sfoderato” il sorriso ammaliante di cui alla premessa e ha garbatamente risposto no, rimanendo all’opposizione e rinunciando al sottosegretariato. A quel sottosegretariato alle Finanze cui viene sovente accostato stante la sua esperienza nel settore e le sue indubbie qualità che lo hanno portato ad essere due anni or sono il relatore in Parlamento della Finanziaria e che sovente lo portano sulle pagine de “Il Sole 24 Ore” a dispensare con la consueta sapienza nozioni di finanza pubblica. Nato a Minturno nel 1952, coniugato, due figli, laureato in Scienze Politiche con indirizzo economico, vari master alle spalle, imprenditore di successo, Deputato da tre Legislature, Gianfranco Conte mi ha concesso un’intervista in un ristorante sul Garigliano che segna il confine esatto tra il Lazio e la Campania, in cui siamo soliti pranzare insieme. Il tutto ovviamente dopo la solita mozzarella di bufala e mentre sorseggiava caffè e fumava al contempo i suoi ”sgradevolissimi” sigari.

Uno dei nostri pranzi con mio cugino Antonio e Cristina

Lei è sempre molto disponibile, la ringrazio.

Lo faccio per due motivi semplicissimi: in primo luogo perché io sono un politico e quale rappresentante del popolo quando il popolo chiama devo essere pronto a raccogliere il suo pensiero perché devo riportarlo ed approfondirlo negli organi istituzionali ed in secondo luogo, cosa di non meno importanza, perché sei mio amico e l’amicizia è sacra.

Bene, partiamo con un bel 10, proseguiamo. È entrato in politica nel 1994, perché proprio in Forza Italia?

Ho sentito il richiamo di Berlusconi, peraltro devo dire, che come ben sai, sono sceso in campo all’ultimo momento perché un mio amico imprenditore rinunciò alla candidatura, quella mattina avevo litigato con il sindaco D.S. di Formia e dopo poco mi venne chiesto se ero interessato a prendere il posto del mio amico. Risposi che volevo pensarci un po’ e quando successivamente mi presentai alla sede di Forza Italia, allora sita in via dell’Umiltà, mi fu offerto di entrare nella Casa delle Libertà con il CCD. Risposi che non volevo quella “casacca” ma solo quella di Forza Italia, così dopo valutazioni e rimpasti interni mi dissero che ero candidato nelle liste di Forza Italia e lì iniziò il mio impegno politico a tempo pieno. Quando finirà la storia di Forza Italia finirà anche la mia attività politica.

Perché?

Ho presentato una tesi di laurea che verteva sul terzo Reich e la Croce di Ferro che era un movimento di destra in Romania; mi sembrano chiare le mie idee giovanili. Poi si cresce e si modella un po’ il carattere, si formano aspettative ed idee vicine ma un po’ diverse a quelle di qualche anno prima quando tutto sembrava scontato ed io non mi vergogno di confessarti Ercole, che nel tempo ho anche votato Democrazia Cristiana alle amministrative e partito Liberale alle politiche. È stato per me naturale, con l’avvento di Forza Italia e per i valori che erano patrimonio di questa nuova formazione politica, entrare a far parte di questo partito che ha saputo dare una spallata a tangentopoli e nuova fiducia a molti elettori.

È membro della Commissione finanze della Camera dei Deputati e tesoriere del gruppo parlamentare di Forza Italia, si occupa quindi di conti ed economia ad alti livelli. Qual è lo stato delle finanze italiane?

Occorre subito premettere, per non fare confusione, che le finanze del gruppo provengono dalla Camera dei Deputati e sono erogate in relazione al numero appunto dei Deputati. Per quanto attiene le finanze italiane, nel complimentarmi per la domanda che è interessante ed è stata posta in modo diretto, posso dirti che sino ad ora credo che nessuno abbia mai dato una risposta corretta. Quando aprimmo la Legislatura dicendo che c’era un buco di 74.000 miliardi nelle casse dello Stato, ci fu detto dai nostri avversari politici che erano dati sbagliati e ci eravamo inventati sciocchezze; in realtà i dati erano davvero sbagliati perché iniziando a governare e a verificare le entrate e le uscite dello Stato, sino a quel momento amministrate dall’Ulivo, abbiamo verificato, e te lo dico rattristato Ercole, che il buco era molto più ampio. Decidemmo di non tornare sull’argomento e di non piangerci addosso ma di iniziare a lavorare alacremente per il nostro Paese tentando di porre rimedio agli errori di chi ci aveva preceduto.

Ma cosa avrà mai fatto di così grave la sinistra?

Ti spiego: ogni anno si fanno dei provvedimenti finanziari triennali (Dpf) e all’atto della stesura di questi provvedimenti la sinistra, in maniera assolutamente incauta o incapace, ha calcolato un Pil del 3% ed una buonissima ripresa economica a fronte della quale ha previsto tutta una serie di spese coperte dalla crescita economica ipotizzata. In sostanza si è comportata così come può capitare ad un operaio che a completo digiuno di norme di economia e talvolta di buon senso, in maniera incauta decide di acquistare un’automobile e di sottoscrivere un pagamento a rate. Il datore di lavoro poi licenzia l’operaio che continua però a mantenere l’obbligo di pagamento delle rate nei confronti del venditore e non potendo sopportare l’onere economico assunto si pone inevitabilmente a rischio di azioni legali e giudiziarie. Se si può compatire l’ingenuità di un operaio, che alla fine dei conti danneggia solo se stesso, non certo si può comprendere un’azione così scriteriata posta in essere da chi deve governare uno Stato ed assicurare il benessere di tutti i suoi cittadini. Ebbene, la situazione economica, vuoi per le azioni scriteriate di chi ci ha preceduto, vuoi per la crisi economica internazionale, vuoi per il dopo “11 Settembre”, non è delle migliori ma questo come ti ho dimostrato non può certo essere addebitato a noi. D’altra parte la sinistra con il suo Dpf aveva calcolato un Pil del 3% e di contro si è realizzato un Pil dello 0,4%, comprendi che nella economia dello Stato non si tratta di un solo euro ma rileviamo una differenziale di 20 miliardi di euro l’anno.

Ma non tutti gli italiani sanno che la colpa è della sinistra.

Purtroppo è vero, non c’è sempre una informazione seria e preparata e non sempre poi i cittadini si chiedono del perché certe cose vanno in una direzione anziché in un’altra. Dal canto mio sai bene Ercole che sono un imprenditore, una persona pragmatica che preferisce lavorare in silenzio ed ottenere risultati e non alzare la voce e far rumore per dimostrare che la sinistra ha commesso questo o quell’errore.

Ma riuscirete a porre rimedio a questa situazione?

Ci stiamo provando in mezzo a mille difficoltà e a campagne demagogiche della sinistra che parla agli italiani di deficit e di cattiva economia senza però informarli che sono solo il risultato di precedenti azioni politiche della stessa sinistra. A fronte di queste situazioni che non conoscevamo nella loro interezza prima di arrivare al Governo, della crisi economica internazionale, “dell’11 Settembre”, della mancanza di introiti, qualcosa dobbiamo pure inventarci ma è di tutta evidenza che già il fatto di mantenere l’Italia sotto limite del deficit previsto è un risultato di rilievo atteso che altre nazioni non sono riuscite nell’impresa, vedi la Germania che è al 4% e la Francia che lo ha addirittura superato.

Altre invenzioni economiche della sinistra?

Tante ma tra tutte te ne dico subito due, la creazione dell’addizionale irpef e l’abolizione del ticket sull’acquisto dei medicinali. L’abolizione del ticket, in particolare, è stato un grave errore perché garantiva la copertura delle spese sanitarie e ha causato l’esplosione della spesa farmaceutica (quasi il 15% di aumento) e l’incentivo ad acquistare medicinali, perché l’italiano vuole nell’armadietto tutte le medicine che esistono, che magari non userà mai ma deve essere sicuro di averle, quasi che le farmacie fossero a centinaia di chilometri. Quando la sinistra ha capito l’errore commesso non ha fatto altro che consentire alle Regioni, che non riuscivano più a sopportare tale onere, di reinserire a livello regionale il ticket ed atteso che nel 2000 il Polo aveva conquistato il governo della maggior parte delle Regioni, ha creato malcontento verso gli amministratori di centro destra. Un ragionamento perfido e sulla pelle dei cittadini ma questo è tipico della sinistra.

Cosa avete fatto dal punto di vista economico di importante?

L’attuazione del primo modulo della riforma fiscale, abbiamo poi garantito a chi percepiva una pensione minima il raggiungimento di una somma pari al milione di vecchie lire, abbiamo abbassato le imposte, abbiamo posto in essere le basi per le opere pubbliche di rilievo e abbiamo in mente, pur tra mille difficoltà, di apportare altre innovazioni, in senso positivo ovviamente per i contribuenti, come per esempio l’abolizione dell’irap, che pesa come un macigno sulle aziende e che mi vide da subito contro Visco nel momento in cui in Commissione Finanze sostenne che l’irap ci avrebbe portato ad essere come gli americani ed io ebbi a dire che la Basilicata non è la Pensilvania. I risultati mi hanno dato purtroppo ragione ma noi tenteremo di invertire la rotta.

L’Opposizione guida una tremenda campagna elettorale contro Berlusconi, ma ha sempre torto?

Ercole, io vorrei che l’Opposizione si occupasse più delle cose concrete e che fosse in armonia con il Governo per consolidare l’immagine internazionale del Paese, perché è davvero curioso e fuori da ogni logica di correttezza che l’immagine dell’Italia venga denigrata all’estero dalle forze di sinistra. Credo comunque che sul piano della credibilità internazionale, grazie soprattutto a Berlusconi, abbiamo acquisito grande considerazione e credo che questa sia destinata ad aumentare. La sinistra non riuscirà a distruggere i buoni rapporti internazionali che con naturalezza il Governo ed il Presidente Berlusconi hanno saputo nel tempo allacciare con i partners stranieri.

In che cosa Ulivo e Polo vanno d’accordo, a parte …la bellezza della Arcuri e della Ferilli, che credo vi veda tutti d’accordo?

Assolutamente sì, poi ci sono questi club calcistici che stanno nascendo e ci vedono uniti al loro interno indipendentemente dal credo politico.

Può capitare che un Deputato del Polo si abbracci con uno dell’Ulivo quando segna la squadra del cuore?

Può capitare ma non diciamolo troppo in giro!

Ma Gianfranco Conte è della Juventus o della Lazio?

Sai perfettamente la risposta, grande tifoso della Juve e simpatia per la Lazio non potendo avere, da juventino, grande feeling “sportivo” con la Roma.

Grazie Gianfranco, ci sentiamo dopo la finanziaria.

Ma no, prima che scherzi?

Con Gianfranco. per le strade di Formia (LT)

Pubblicato su “Forum” in data 16.09.2003

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