Determinata e concreta, decisa e molto presente nell’Istituzione che rappresenta al punto -benché sia passato appena un mese e mezzo dall’assunzione dell’incarico di Sottosegretario di Stato alla Difesa nel Governo Draghi e benché sia molto giovane- da sembrare una veterana nel settore tanta la competenza e la passione con la quale assolve il mandato governativo. Elegante e molto garbata, la Senatrice Stefania Pucciarelli si è “confessata” al mio microfono spaziando a trecentosessanta gradi su tematiche della Difesa e mostrando totale fiducia e gratitudine nel personale, militare e civile che vi opera ed esaltando a più riprese, anche a microfono spento,  l’attività altamente professionale ed umanitaria che anche durante la drammatica pandemia che stiamo vivendo, le Forze Armate, il Corpo Militare Volontario e le Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana stanno offrendo al Paese.

Quando e perché è entrata in politica e perché proprio nella Lega?

Quasi per caso inizialmente, seguendo quello che nel 1993 fu un primo approccio di mio marito, sempre nella Lega. Poi a mano a mano mi sono appassionata anche io e sono diventata parte attiva in politica prima candidandomi a Sindaco nel paese dove abito e facendo poi il Consigliere comunale di opposizione quindi crescendo ed arrivando a candidarmi e risultare eletta nel 2015 nel  Consiglio Regionale ove ero in maggioranza. Nel 2018 l’approdo in Senato fino ad arrivare a far parte del Governo Draghi quale Sottosegretario alla Difesa dopo essere stata nel mio percorso politico anche Presidente di Commissione sia in Senato sia, precedentemente, in Regione.

Come si trova ad essere nella stessa squadra con PD, 5 STELLE e LEU?

L’approccio che ho con questi attuali compagni di viaggio è uguale a quello che avevo quando ero Presidente della Commissione sui Diritti Umani. In quel contesto la politica che avevo portato avanti era quella   della trattazione degli argomenti che univano e che dovevano vederci tutti coesi stante l’importanza delle tematiche trattate e quindi c’era da parte mia l’intento dell’unità tra i “gruppi” per la risoluzione di quelle problematiche che trattavamo. Dicevo sempre, in quella fase, che le divisioni tra “gruppi” dovevamo averle fuori da quel contesto e da quella Commissione. Oggi, analogamente a quell’esperienza, dico che dobbiamo essere uniti nell’affrontare la pandemia e le relative conseguenze e portare fuori il Paese da questa drammatica situazione poi le divisioni su altre idee e contenuti emergeranno evidentemente nelle prossime tornate elettorali ma in questo momento la priorità è lavorare per mettere in sicurezza la Nazione.

Un aggettivo per Salvini.

Concreto. Puntuale e vicino alla gente, è come la “Difesa”, c’è sempre quando hai bisogno!

È da poco Sottosegretario alla Difesa e già è perfettamente calata nel ruolo e nelle funzioni.

Innanzitutto ringrazio per la fiducia in primis Salvini che ha creduto in me, il Presidente Mattarella e il Presidente Draghi. Per me è un onore mettermi a disposizione dei cittadini, servire l’Italia. Lo faccio con passione e con senso di responsabilità. Davanti a noi abbiamo sfide complesse che affronteremo insieme, con impegno e determinazione. Mi consenta di dire che sono orgogliosa delle nostre Forze Armate, del Corpo Militare Volontario  e del Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa: uomini e donne, civili e militari, sempre al servizio del Paese e dei cittadini, in prima linea anche nella lotta a questa pandemia. Parliamo di persone straordinarie che lavorano ogni giorno per garantire la sicurezza del nostro Paese, contribuendo altresì alla stabilità internazionale. Al tempo stesso ritengo sussista la necessità di far crescere e diffondere la “cultura della difesa” e insieme la consapevolezza del ruolo che essa ha nel sostenere le ambizioni dell’Italia ad essere protagonista sulla scena internazionale per assolvere i doveri che sono scritti nella nostra Costituzione. Le risorse destinate alla Difesa rappresentano un importante volano economico per il “Sistema-Paese”, oltre che un indispensabile investimento per garantire la sicurezza dei nostri concittadini. E proprio qui si colloca il ruolo fondamentale di Governo e Parlamento, che devono perseguire uno sviluppo costante delle capacità necessarie e puntare a garantire una graduale crescita degli investimenti, nel medio-lungo periodo. La Politica, infatti, deve fare la sua parte facendosi carico della propria porzione di responsabilità, creando le condizioni più favorevoli nell’opinione pubblica rispetto agli argomenti di pertinenza della Difesa e permettendo al Paese di disporre di uno strumento militare commisurato al rango e alle responsabilità che vuole assumersi, all’altezza delle sfide che ci attendono.

Qual è l’impegno, in questa pandemia, delle Forze Armate?

Desidero innanzitutto esprimere il mio sincero e vivo apprezzamento alle donne e agli uomini delle Forze Armate, del Corpo Militare Volontario della Croce Rossa e del Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa e un ringraziamento particolare a tutto il personale sanitario militare che lotta in prima linea contro il virus da oltre un anno. Vorrei, inoltre, rivolgere il mio commosso pensiero ai militari deceduti a causa di questa pandemia, un’emergenza sanitaria che supereremo con la collaborazione di tutti i cittadini. Fin dai primi giorni di questa pandemia la Difesa ha dato e continua a dare un contributo straordinario alla collettività e al Paese. Un sostegno ampio e importante che ha visto le nostre Forze Armate mettere in campo i propri medici e i propri infermieri in supporto agli ospedali civili, costruire ospedali da campo, trasportare materiali di protezione individuale e medicinali, allestire numerosi Drive Through per lo screening e per le vaccinazioni. Anche in questi giorni continua, senza sosta, l’impegno della Difesa in tutto il Paese, sia per il tracciamento del virus sia per il supporto alla campagna vaccinale con due grandi operazioni dirette dal Comando Operativo di Vertice Interforze: “IGEA” per le attività di screening ed “EOS” per il trasporto logistico e la somministrazione dei vaccini. La Difesa è riuscita a fare tutte queste cose grazie alla straordinaria professionalità e alla formazione del suo personale che sta operando, lo ripeto,  egregiamente anche durante questa gravissima emergenza. Non bisogna però, quando tutto -speriamo presto-  sarà finito, disperdere energie ed esperienze acquisite ma bisogna continuare negli investimenti e nella formazione. Prendiamo come esempio la barella di biocontenimento: era stata sviluppata come sicurezza nel trasporto di pazienti affetti da  ebola eppure è tornata utilissima per la sicurezza dei nostri connazionali affetti da covid-19, degli operatori sanitari che li assistevano e degli altri passeggeri non infettati dal virus quando c’è stata necessità di trasportare degli italiani dalla Cina all’Italia. Questo per dirle come non bisogna mai fermarsi e disperdere assetti sanitari e di altro genere in dotazione perché l’incertezza del futuro ci insegna che poi potrebbero ritornare utili come le barelle biocontenimento ci hanno appunto dimostrato. Occorre quindi, e lo sottolineo ancora con determinazione, continuare negli investimenti e nella formazione per la Difesa che hanno poi inevitabilmente ricadute positive in tutti i settori della vita pubblica del Paese perché, ricordiamolo ancora, in ogni tipo di emergenza nazionale la Difesa interviene prontamente e con assoluta professionalità.

Sanità Militare e Celio.

La Sanità Militare ha svolto e continua a svolgere un lavoro straordinario nel contrasto alla diffusione del covid. Parliamo di un team di professionisti di altissimo livello che fin dal primo giorno della pandemia sta dando un contributo notevole nella lotta al covid. Un’emergenza che supereremo grazie anche allo straordinario impegno di tutto il personale sanitario militare. L’invio dei medici con le stellette nelle strutture sanitarie civili, in concorso ai colleghi del Servizio Sanitario Nazionale, ha certamente contribuito ad alleviare la pressione su queste strutture. Questa pandemia ci ha insegnato quanto sia importante realizzare una stretta e forte sinergia tra Difesa e Regioni, tra Sanità Militare e Civile. Proprio nei giorni scorsi la Difesa ha inviato, su richiesta delle Aziende Sanitarie Regionali, diversi team di medici e infermieri militari in supporto alle strutture sanitarie e ai centri vaccinali di Sicilia, Marche e Friuli Venezia Giulia.

Parliamo di accordi importanti, così come quello di collaborazione siglato lo scorso 25 marzo tra la Marina Militare e la Asl 5 di La Spezia che prevede lo svolgimento di attività per lo sviluppo delle competenze professionali del personale sanitario della Marina Militare in materia della gestione delle emergenze-urgenze mediche e chirurgiche e del politrauma. Un’intesa della durata triennale che vedrà i medici e gli infermieri della nostra Marina Militare nelle corsie della sanità pubblica spezzina. Questo accordo, che conferma ancora una volta il solido rapporto di collaborazione tra Sanità Militare e Civile, consentirà ai medici militari e a quelli del servizio sanitario nazionale di ampliare e sviluppare le rispettive competenze professionali specialistiche, favorendone l’aggiornamento. Nel corso di questa emergenza sanitaria anche il Policlinico Militare del Celio continua ad assicurare, senza risparmio di energie, un sostegno fondamentale. Si tratta di un ospedale militare che dispone, tra l’altro, di un reparto COVID di oltre 150 posti letto, di cui un terzo per la terapia intensiva/sub intensiva. Un sostegno sanitario fondamentale che si aggiunge alle  altrettanto importanti attività di analisi dei tamponi e di studio eseguite dal Dipartimento Scientifico del Celio sul sequenziamento per individuare le varianti. Ritengo, inoltre, molto importante il centro di recupero post covid, un’altra eccellenza all’interno del Celio. Siamo ancora in una fase di emergenza sanitaria e le nostre Forze Armate continueranno a fornire il loro apporto mettendo in campo capacità diversificate a disposizione della collettività, rispondendo alle necessità e ai bisogni del Paese con una presenza continua e costante al servizio dei cittadini. I nostri medici militari garantiranno il loro contributo con impegno, dedizione, professionalità e spirito di servizio. Un importante sostegno al servizio sanitario nazionale che continua anche nel corso di questa vaccinazione di massa.

Ruolo dell’Italia nelle operazioni Nato, UE e Onu.

In linea con gli orientamenti presentati al Parlamento dal Presidente del Consiglio e coerentemente con gli ancoraggi storici dell’Italia, la politica di Difesa vede nella NATO, nell’Unione Europea e nelle Nazioni Unite, i pilastri del nostro sistema di alleanze, indispensabile per assicurare al Paese la necessaria cornice di sicurezza, a fronte di minacce che assumono nuove e sempre più complesse forme e modalità operative. La NATO è e resta il nostro imprescindibile punto di riferimento, in termini di valori condivisi, dissuasione, deterrenza e difesa. Una Alleanza che deve oggi confrontarsi con nuovi attori, nuove dinamiche internazionali, nuove fonti di instabilità, nuovi domini operativi legati alle esplorazioni subacquee, spaziali e di presenza e deterrenza cyber. Tutti temi che hanno portato ad una riflessione politica, a cui abbiamo partecipato attivamente, sia contribuendo al dibattito sia alimentando i lavori dell’iniziativa “NATO 2030” – affidata ad un gruppo di esperti –, dalla quale, tra le altre proposte, è emersa l’esigenza di rivisitare il “concetto strategico” dell’Alleanza, risalente al 2010. Rivisitazione cui contribuiremo fattivamente, con il convincimento che l’Alleanza, pur nella sua dimensione regionale, deve oggi essere pronta, in maniera coesa, ad affrontare le sfide globali, quando queste interessano la nostra sicurezza, sempre mantenendo un approccio realmente a 360 gradi, che tenga conto cioè di ogni tipo di minaccia, in ogni dominio, e di tutte le direzioni strategiche, con particolare riferimento a quel “fianco sud” che coincide, in larga parte, con il nostro “Mediterraneo Allargato”. L’Europa rappresenta l’altro attore della sicurezza internazionale. In un momento per molti aspetti “storico”, in cui anche l’Unione Europea sta dedicando sempre maggiori energie a supporto della sicurezza e della difesa  -riconoscendo in essa un tassello fondamentale nella costruzione di un’Unione più politica, indispensabile per poter interloquire a livello globale -continueremo perciò a fornire il nostro convinto contributo al rafforzamento della Politica di Sicurezza e Difesa Comune, nel solco dell’aspirazione dell’UE di raggiungere una maggiore autonomia strategica, sia tecnologico‐industriale sia in termini di capacità di intervento. Ciò dovrà avvenire in piena sinergia e complementarietà con la NATO poiché, tengo a sottolinearlo, l’azione promotrice dell’Italia, verso lo sviluppo e l’acquisizione di capacità militari europee, assolutamente necessarie, deve essere interpretata quale naturale e coerente azione di rafforzamento del pilastro europeo dell’Alleanza, a conferma dell’indissolubilità del rapporto transatlantico. Il posizionamento internazionale della Difesa si completa, infine, nel contributo alle missioni delle Nazioni Unite, in concorso alla pace e alla stabilità internazionale, che questo Governo intende confermare. In ambito ONU, in particolare, l’Italia detiene il primato -di cui possiamo esser orgogliosi -tra i paesi occidentali che forniscono “caschi blu” alle Nazioni Unite.

Cosa mi dice, Sottosegretario, del ruolo dell’Italia nell’operazione “Irini”?

Il ruolo della missione europea EUNAFORMED Irini, a guida italiana, resta fondamentale. È una missione che contribuisce alla stabilizzazione dell’area e misura anche l’impegno della UE nel Mediterraneo. Al tempo stesso dobbiamo lavorare per potenziare Irini, rendendola pienamente efficace. Dobbiamo quindi fare ogni sforzo politico affinché, oltre all’embargo sulle armi, l’Operazione possa riprendere anche il compito dell’addestramento della Marina e della Guardia costiera libica, che invece continua ad opera dell’unità della Marina Militare ormeggiata a Tripoli nel contesto dell’operazione, a guida tutta italiana, Mare Sicuro. L’operazione nasce nel 2013 con il nome Mare Nostrum in risposta alla grave emergenza sanitaria nel Mediterraneo. In seguito è stata sviluppata annoverando tra i suoi compiti primari quelli a salvaguardia degli interessi nazionali, ovvero la protezione dei traffici mercantili delle piattaforme petrolifere, dell’ospedale da campo italiano interforze che insiste su Misurata e soprattutto uno dei principali obiettivi è quello di contrastare i traffici illeciti, tra cui quello degli esseri umani. Nei giorni scorsi mi sono recata in visita presso la sede del comando dell’operazione Irini. Ho avuto modo di apprezzare la professionalità e l’imparzialità con cui vengono condotte le operazioni, in conformità con le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. L’Italia e la nostra Marina Militare stanno svolgendo un ruolo determinante al comando di questa missione europea; un’operazione militare aeronavale varata il 31 marzo 2020 dall’Unione Europea per assicurare il rispetto delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU che dal 2011 vietano il traffico di armi da e per la Libia.

Parliamo di un’operazione svolta con elevata professionalità che ha già portato al conseguimento di ottimi risultati, nonostante le ulteriori difficoltà dettate dal covid. Questi risultati hanno convinto i Paesi Europei a rinnovarla per altri due anni. Il percorso, come dicevo, non è semplice. Di certo, la recente inaugurazione del nuovo governo libico di unità nazionale, guidato dal Primo Ministro Abdul Hamid Dbeibah, rappresenta un momento importante per i libici, un’ottima opportunità per accelerare il processo di pace e stabilità in Libia. Parlando di Libia, non possiamo prescindere dal più ampio contesto africano in cui opera la Marina Militare per contrastare la pirateria marittima. In Oceano Indiano operiamo sotto egida europea e oggi, dopo oltre 10 anni di costante attività possiamo affermare che la sola deterrenza svolta con unità delle Marine europee impedisce il perpetrarsi di atti di pirateria. Ad ovest, invece, nel Golfo di Guinea, la nuova operazione Gabinia, a guida italiana, sta fronteggiando uno scenario ben più denso di azioni illecite di pirateria marittima e gli attacchi sventati da Nave Martinengo lo dimostrano.

Ha la delega sui Corpi C.R.I. Ausiliari delle Forze Armate dello Stato e ha già mostrato di apprezzarne passato e presente.

Nei giorni scorsi ho avuto il piacere di incontrare l’Ispettore Nazionale del Corpo Militare Volontario della Croce Rossa Italiana, Maggior Generale Gabriele Lupini, e l’Ispettrice Nazionale Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, Sorella Emilia Bruna Scarcella. A loro ho rivolto il mio sincero ringraziamento per lo straordinario e fondamentale supporto fornito dal primo giorno di questa pandemia, senza risparmio di energie, a favore della collettività. Un ringraziamento che avrò il piacere di rinnovare a tutto il personale nel corso della mia prossima visita presso la sede dell’Ispettorato Nazionale del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana e delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana. Da tantissimi anni il Corpo Militare della Croce Rossa Italiana e il Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana svolgono importanti attività di sostegno al Paese e alle nostre Forze Armate con altissima professionalità ed elevato senso del dovere. Una storia ultracentenaria vissuta all’insegna di un incessante impegno al servizio del bene comune. In guerra come in pace, nelle operazioni umanitarie e di soccorso alle popolazioni colpite da calamità così come nelle operazioni di mantenimento della stabilità internazionale hanno prestato la loro generosa e qualificata opera riscuotendo ovunque, in Patria e all’estero, unanimi consensi. In tutte le attività svolte hanno dimostrato elevata professionalità, esperienza ma soprattutto umanità, sempre in grado di operare con prontezza ed efficienza al fianco delle nostre Forze Armate, fedeli ai ‘principi fondamentali’ che costituiscono lo spirito e l’etica del Movimento Internazionale di Croce Rossa. Rappresentano, quindi, una garanzia per il nostro Paese, per i nostri cittadini; la garanzia di poter contare sempre su personale altamente qualificato e capace di operare in stretta sinergia con le Forze Armate oppure in autonomia nella gestione delle emergenze. Guardi, le dico con grande consapevolezza e conoscenza queste cose perché provengo io stessa dal volontariato in Croce Rossa, ho frequentato corsi di formazione e preso la patente per ambulanze C.R.I. e sono stata “operativa” nella Croce Rossa al punto da rendermi perfettamente conto di quanto per il Paese sia utile ed importante questa Associazione e di quanto importanti siano tutti i suoi volontari, civili e militari. Tutti altamente qualificati e vicini a chi ha bisogno.

Stefania Pucciarelli e la passione per le motociclette.

Una grande passione che ho da sempre, da quando ero adolescente. Già a diciotto anni avevo una motocicletta, ne ho avute diverse e di varie marche. Ricordo che quando andavo a prendere a scuola mio figlio -al quale ho ovviamente trasmesso questa mia passione- andavo con la moto. Ora proprio lui mi ha coinvolto ed a maggio saremo a Vallelunga in pista insieme.

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