Ugo Martinat, Vice Ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti

L’Onorevole Ugo Martinat è nato a Settimo Torinese il 28 aprile del 1942 e risiede a Torino. Fin dall’età giovanile ha svolto attività politica, prima nelle file del Movimento Sociale Italiano quindi, successivamente, in quelle di Alleanza Nazionale; nel corso della sua brillante carriera politica ha ricoperto incarichi di primissimo piano dapprima nelle formazioni giovanili del partito e nel Fronte della Gioventù, quindi nell’ufficio politico e nella segreteria di Alleanza Nazionale. Nell’attuale Legislatura l’Onorevole Martinat -che nelle precedenti ha ricoperto incarichi nelle Commissioni commercio, attività produttive, ambiente e territorio della Camera dei Deputati – è stato nominato Vice Ministro alle Infrastrutture  e  Trasporti. Ho avuto il privilegio di incontrarlo e di rivolgergli alcune domande, alle quali ha risposto con estrema cordialità e cortesia.

Onorevole Martinat, l’Opposizione sostiene che il Governo non mantiene le promesse che in campagna elettorale il Presidente Berlusconi ha rivolto al popolo italiano. Di che avviso è lei?

Queste affermazioni sono del tutto infondate infatti il Governo sta pienamente rispettando quanto promesso in campagna elettorale. Certo, non tutto può realizzarsi subito, per talune materie o opere che abbiamo iniziato a trattare mancavano le preventive autorizzazioni, per altre i progetti e per altre ancora, addirittura il denaro, e questo è quanto abbiamo ricevuto in eredità dal Governo uscente. Stiamo cercando di rimuovere gli ostacoli con assoluta fermezza per porre in essere le opere e mantenere fede agli impegni assunti. In generale però posso dirle che al momento il mercato dei lavori pubblici si è rivitalizzato sia per le piccole che per le grandi imprese.

Quali priorità adottate negli investimenti?

Si opera sempre per far sì che l’Italia mantenga la sua centralità in Europa. Ne consegue che nord, centro e sud hanno oggi ed avranno domani, ovviamente, la stessa attenzione da parte del Governo. Sono molti i progetti che riguardano ogni zona della nostra Nazione dalla direttrice del corridoio europeo numero 5 che attraverserà l’Italia a nord fino alla Salerno-Reggio Calabria ed al ponte di Messina a sud.

Ho assistito di recente ad un convegno in cui lei è stato relatore ed ha parlato della sicurezza stradale, un problema che ci riguarda tutti da vicino. Che ci dice?

In Italia come nel resto d’Europa, il problema della sicurezza stradale è purtroppo particolarmente allarmante. I dati ISTAT rilevano che nell’anno 2000 si sono verificati 212.000 incidenti stradali con circa 6.400 morti ed oltre 300.000 feriti di cui almeno 30.000 con gravissime lesioni invalidanti permanenti. Purtroppo negli ultimi decenni in Italia, a fronte di uno sviluppo del parco veicoli e del traffico non è corrisposta una attenta e puntuale manutenzione né tantomeno un adeguamento della rete stradale ed autostradale. Questa deficienza ha contribuito ad elevare esponenzialmente l’incidentalità stradale. L’impegno del Governo – per sbloccare il “cantiere Italia” – modernizzando la rete italiana dei trasporti, non è solo da intendersi quindi come un investimento per velocizzare i tempi di percorrenza ed accelerare il trasporto delle persone e delle merci, ma anche e soprattutto, un investimento per la sicurezza che è, evidentemente, la nostra prima preoccupazione.

Anche in tema di sicurezza c’è sintonia a livello europeo?

Ovviamente. La Commissione Europea ha fissato un obiettivo ambizioso che i Governi nazionali hanno accettato, ovvero la riduzione del 40% della mortalità sulle strade europee da raggiungere entro il 2010. Recentemente, con la pubblicazione del libro bianco, l’obiettivo è stato ulteriormente ampliato, portando la riduzione della mortalità al 50%. Per adeguarsi all’obiettivo europeo, il Parlamento italiano ha previsto che il Governo adottasse e realizzasse uno specifico piano per la sicurezza stradale. Il piano ha avuto parere favorevole dalla conferenza unificata Stato-Regioni ed autonomie locali nella seduta del 19 novembre e l’approvazione del Cipe. Contestualmente al Piano, è stato approvato anche il primo programma annuale 2002 che si avvale degli stanziamenti fissati dalla Finanziaria 2000 a favore delle Province e dei Comuni. Con il programma 2002, tenuto conto che lo stanziamento è di 194 milioni di euro (pari a 357 miliardi di lire) applicando il meccanismo del cofinanziamento al 50%, si possono prevedere interventi sulle strade comunali e provinciali per circa 388 miliardi di euro pari a 750 miliardi di lire. Con il secondo programma annuale 2003, che sarà definito in accordo con le Regioni e le autonomie locali, saranno attivate ulteriori risorse, pari a 310 milioni di euro (600 miliardi di lire) che, con lo stesso meccanismo del cofinanziamento, permetteranno ulteriori interventi sulla viabilità locale per circa 620 milioni di euro (1.200 miliardi lire). Certamente non si tratta di una cifra esaustiva, ma costituisce senz’altro un buon inizio ed un buon incentivo per migliorare la sicurezza sulle nostre strade.

Pubblicato su “Forum” in data 11.01.2003

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