Mauro Pederzoli: il “pescatore” di campioni

Ho incontrato nel ritiro romano del Cagliari, dove la squadra ha alloggiato e preparato la vittoriosa gara di campionato contro la Lazio, Mauro Pederzoli, un professionista serio e determinato, direttore sportivo del Cagliari, giornalista ed amante a 360° del calcio. Così, in una atmosfera pienamente autunnale, il buon Mauro mi ha parlato con emozione e trasporto del suo inserimento nel mondo del calcio, delle persone alle quali è legato umanamente e professionalmente, della sua famiglia che ama più di ogni altra cosa, di Corioni e Cellino -un presidente giovane e capace che va sempre a mille- della Sardegna e dei tifosi del Cagliari, delle ambizioni della società e della forza ed umanità dei soldati italiani impiegati in terra straniera. Ed ancora, di Zola ed Arrigoni, passando per Guardiola e Roby Baggio, delle prossime festività natalizie e di questo pazzo pallone che nonostante tutto, critiche e proteste comprese, coinvolge ed interessa sempre milioni e milioni di appassionati. È emersa la figura di un personaggio serio e leale, che fa dell’impegno e della concretezza le sue doti migliori, che conosce bene il senso del rispetto, della gratitudine ed i valori veri della vita e che è consapevole di quanto siano privilegiati, a qualsiasi livello, gli operatori del calcio.

Quando hai deciso di entrare nella dirigenza del calcio?

Era un sogno e come spesso capita nella vita i sogni si realizzano. Una serie di opportunità mi hanno portato a coronare questo desiderio che mi permette di svolgere una professione che mi gratifica e mi affascina. Svolgevo un’altra professione, sono un giornalista e proprio come fai tu oggi, incontravo, conoscevo e diventavo amico di molti personaggi pubblici; tra questi c’erano ovviamente personaggi del mondo dello sport e professionisti del calcio, qualcuno poi si è ricordato di me quando cercava un professionista con le mie qualità per la sua squadra di calcio. Mi riferisco come ben sai a Corioni, che cercava un addetto stampa nel suo Brescia e che mi diede così la possibilità di inserirmi nel mondo del calcio come addetto stampa, successivamente mi diede l’incarico di direttore organizzativo, poi di team manager e quindi di direttore sportivo. Una grande gioia la mia anche perché come tu sai non provengo dal mondo del calcio, non sono un ex calciatore e quindi non conoscevo dal di dentro l’ambiente ma mi sono imposto, evidentemente, solo con le mie capacità, le mie attitudini, la mia passione e, forse, diciamolo pure, la mia bravura.

La tua affermazione dunque si deve esclusivamente all’intuito di Corioni?

Beh come ti ho detto lui mi conosceva bene e mi ha dato la possibilità di iniziare in questo affascinante mondo del calcio la mia avventura professionale e sarò pertanto sempre grato a Corioni che mi ha permesso di concretizzare un sogno che è diventato lavoro. Poi entrando nel calcio ho avuto modo di conoscere molte altre persone e di farmi apprezzare per quello che facevo e così mi sono legato professionalmente anche ad altri illustri personaggi con i quali ho un rapporto di stima. Un’altra persona per esempio, che per me è stata importante, è Carlo Mazzone, con il quale ho avuto il privilegio di lavorare per ben tre anni e che ha speso una buona parola per me con il presidente Cellino, evidentemente determinante per farmi approdare in Sardegna.

Cellino è un grande presidente ma cambia spesso allenatori. È così anche per i direttori sportivi?

Ah, ah, la storia sembrerebbe dire questo. Sono orgoglioso di lavorare per il Cagliari di Cellino che è un presidente giovane, che va a duemila all’ora e che è spesso avanti con le sue idee e le sue scelte. Lavorare con lui è senza dubbio impegnativo ma anche molto stimolante, con lui ho un rapporto ottimo e basato sulla stima reciproca, mi auguro di ripagare con il lavoro la fiducia che lui mi ha accordato facendomi approdare al Cagliari.

Roberto Baggio e Guardiola al Brescia, Gianfranco Zola al Cagliari. Mauro Pederzoli è il nuovo Luciano Moggi?

No, no, ci mancherebbe, in questo campo Moggi è il maestro.Ti ringrazio per i complimenti ma tutte queste cose le fai solo con l’aiuto di tutto lo staff e di tutti i collaboratori e soprattutto con l’ok dei presidenti cui spetta la prima determinazione, di natura ovviamente anche economica. Tanto per intenderci non avrei mai potuto portare a Brescia Baggio e Guardiola e a Cagliari Zola, se Corioni e Cellino non mi avessero dato disposizione di procedere in quel senso.

Che tipi sono questi tre grandi campioni?

Beh Gianfranco lo conosci anche tu e degli altri hai sentito senz’altro parlare, si tratta di tre grandissimi uomini prima ancora che di tre grandissimi campioni, non si arriva alla soglia dei quarant’anni continuando ancora a giocare, ad allenarsi e a faticare se non si è uomini veri ed atleti seri. Zola e Guardiola ancora giocano e non ho sentito ancora per fortuna… parlare della data del loro ritiro, Baggio ha smesso solo per problemi legati alle sue condizioni fisiche ma se fosse stato in condizioni perfette avrebbe continuato senz’altro a giocare. Ricordo che quando arrivava al campo dall’allenamento se vedeva un pallone Roby quasi non si spogliava per la voglia e la gioia che aveva di giocare, di fare subito una partitella. Tre grandi campioni.

Il calcio è ancora per te una palestra di vita?

È la vita, è tutto. Non c’è bambino che non abbia tirato due calci ad un pallone, il calcio è gioia ed amicizia, sudore ed agonismo ma deve rimanere un divertimento sano e leale, lontano da altri interessi. In Italia c’è per me una cultura sana di questo sport che è seguito da milioni di spettatori e che appassiona intere famiglie.

Dove credi arriverà il Cagliari di Cellino ed Arrigoni?

Abbiamo sempre considerato la salvezza e te lo ha detto anche il mister, quale obiettivo primario, non dobbiamo esaltarci dopo due vittorie di fila così come non dobbiamo deprimerci dopo due risultati negativi consecutivi. La squadra sta giocando bene ed i risultati ci sorridono, l’impegno dei ragazzi unito alla serietà della società e alla tranquillità del mister fanno davvero ben sperare.

Come ti trovi in Sardegna?

Molto bene, la Sardegna è una terra ricca di valori e tradizione e sapevo da subito che mi sarei trovato alla meraviglia in questa regione tanto è che ho portato con me mia moglie e le mie splendide bimbe. Il sardo è un po’ come il bresciano, apparentemente chiuso e taciturno, ti studia e vuole conoscerti bene prima di aprirti la porta dell’amicizia e della confidenza ma una volta che ti ha conosciuto ed apprezzato ti rimane amico fedele e sincero.

E con i tifosi del Cagliari?

I tifosi del Cagliari sono intenditori di calcio e seguono con passione ed entusiasmo la loro squadra. Il rapporto è molto buono.

Calcio e sociale: l’Onorevole Salvatore CICU – Sottosegretario di Stato alla Difesa- e sardo doc, vuole organizzare a Cagliari una partita di beneficenza in ricordo di quanti, in uniforme, hanno speso la propria vita in favore dell’affermazione dei principi di democrazia e libertà. Credi che il Cagliari sarà disponibile a scendere in campo per questa nobile iniziativa?

Credo e mi auguro proprio di si, è una iniziativa assolutamente apprezzabile ed il Cagliari sarebbe orgoglioso di organizzare un evento del genere, tra l’altro il presidente Cellino è sempre stato molto sensibile ad iniziative di beneficenza e quando può le organizza e le definisce in prima persona. Ricordo ancora la partita che il Cagliari al gran completo andò a giocare nella città di Silvio Olla -nostro grande tifoso- in suo ricordo ed in suo onore. Tu definisci l’organizzazione con l’Onorevole Cicu ed io faccio la stessa cosa con il presidente Cellino poi facciamo incontrare i “capi” ed organizziamo definitivamente questa partita a scopo benefico che sono certo incontrerà il sostegno di tutti i sardi.

Sempre in tema di sociale, cosa pensi dei militari delle Forze Armate e della Croce Rossa e di tutti i volontari italiani, coetanei dei giocatori con i quali lavori tutti i giorni, che a migliaia di chilometri di distanza operano in terra straniera per il ripristino della libertà e della legalità in quei territori martoriati per anni dall’oppressione e dalla tirannia?

Beh mi fai diventare rosso, abbiamo parlato di calcio, sudore e fatica e poi ci rendiamo conto di essere straordinariamente privilegiati. I militari e i volontari cui hai fatto riferimento fanno un qualcosa di straordinariamente utile ed importante mettendo a repentaglio la loro vita per l’affermazione di principi nobili ed elevati. Non so se sarei capace di fare la stessa cosa e nel complimentarmi con loro li saluto affettuosamente e con ammirazione.

Pubblicato sul “Corriere del Sud Lazio” nel giugno 2005

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