Franco Anellino: serietà, bravura, tecnica e disponibilità

È stato per anni un buon portiere, ha giocato in squadre prestigiose quali il Messina, il Casarano, il Foggia, la Salernitana ed oggi, ancora giovane ed in perfetta forma fisica ma con qualche capello bianco in più, è arrivato dopo una lunga gavetta in serie A, quale allenatore dei portieri del Siena. Il Siena del Presidente De Luca e di Giorgio Perinetti, di Antonio Conte e di Giampiero Ventrone, il Siena insomma, di autorevoli personaggi del mondo del calcio che hanno sposato le idee e le ambizioni della società toscana e che hanno deciso di lavorare nella città del panforte. Franco Anellino, classe ’58, coniugato con Giampaola e padre di Jessica e Giorgia, ha accettato senza esitazioni questo importante incarico che gli ha proposto il Siena e lo sta portando avanti con la determinazione e la serietà che lo hanno sempre contraddistinto in oltre trenta anni di calcio giocato ed insegnato. Nel passato di Anellino, infatti, non figurano solo le positive esperienze in campo, a difesa di porte “illustri” ma anche le esperienze come preparatore dei portieri e preparatore atletico del Formia, del Frosinone, della Puteolana e del Cassino. Esperienze per lui importanti che lo hanno imposto all’attenzione dei media e di alcuni addetti ai lavori che hanno pensato bene di concedergli fiducia e di portarlo in serie A. Nel dopo partita di Siena – Palermo, nonostante il risultato non sia stato positivo per la squadra toscana, il buon Franco, mantenendo fede ad un impegno già assunto, mi ha incontrato e dopo due ore passate a parlare di Gaeta e Formia, Scauri e Latina, di vecchi amici e del nostro mare -che Franco non reputa secondo a nessuno, Sardegna esclusa dice- ha risposto alle mie domande con assoluta disponibilità e franchezza.

A che età e in quale squadra hai iniziato a giocare?

Nel Don Bosco Gaeta, una squadra dilettantistica della mia città, avevo tredici anni e dopo due anni sono stato chiamato dal Napoli, dove ho iniziato la trafila nel settore giovanile prima di essere lanciato in serie C.

Quanto ti piace il calcio e quanto credi sia importante praticarlo per un giovane?

Il calcio è stato ed è tutta la mia vita, è uno sport meraviglioso che appassiona milioni di persone; la competizione, il mettersi in mostra, il rialzarsi subito dopo una sconfitta, la lealtà, sono situazioni che troviamo nella vita di tutti i giorni e che il calcio ha nel proprio bagaglio genetico. Detto questo appare evidente che questo bellissimo sport rappresenta sempre, ancora oggi, una palestra di vita per un giovane che deve lavorare molto e impegnarsi a fondo se vuole ottenere dei risultati.

Se ti dico Formia, cosa mi rispondi?

Bella città, vicina alla mia Gaeta.

Hai capito bene a cosa mi riferivo: Anellino – Formia.

Avevo capito perfettamente. Formia ha rappresentato, unitamente al nostro amico Alex Brunner, il crocevia della mia carriera; lì ho terminato la carriera di calciatore ed ho intrapreso quella di allenatore e in tutte e due queste situazioni è entrato Alex. Lui è stato infatti il portiere che mi ha sostituito tra i pali della società pontina che militava in serie C e lui è stato l’anno successivo il primo portiere che ho allenato personalmente.

Oltre ad Alex, sono parecchi i portieri che hai allenato e che hanno finito per giocare in A, B e C.

Sì sono molti: Brunner, Bellodi, Gragnaniello, Cano, Bio, Assante, Afeltra. Vederli oggi allo stadio o in televisione difendere i pali di grandi squadre mi inorgoglisce perché forse, se sono arrivati lì, un po’ di merito, soprattutto all’inizio, l’ho avuto anche io.

E poi c’è anche Lotti?

Beh, anche Massimo è un caro amico ma con lui mi sono solo allenato un po’, non aveva una squadra e doveva mantenere la forma.

Franco Tancredi allena i portieri della Juve e Franco Anellino quelli del Siena: siete tutti e due in serie A.

In comune con Tancredi ho solo … il nome e il ruolo, per il resto posso dirti in tutta franchezza che non posso neanche paragonarmi a lui che ha vinto scudetto, coppe, è stato in Nazionale e ha giocato per venti anni in serie A. Io sono stato un bravo portiere ma di categorie inferiori, ho giocato dieci anni in serie C, ho fatto bene, ho sfiorato per due anni la promozione in B, perdendola in tutte e due le occasioni per un solo punto ma mi ritengo comunque molto soddisfatto e fortunato per la carriera che ho fatto e per i risultati che ho raggiunto. Oggi, in questa nuova veste, metto tutto il mio entusiasmo e la mia esperienza e spero di far bene per il Siena, per i suoi portieri e per me.

Come ti trovi a Siena e come si vive lì il calcio?

Molto bene, è una città molto tranquilla e dove si vive bene, senza ansie e patemi d’animo. Il calcio appassiona i senesi che lo vedono come un divertimento e come la rappresentazione della città che con la squadra di calcio si riunisce dopo la divisione goliardica ed avvincente che si concretizza con il palio. È bello vedere i tifosi, di ogni età, andare allo stadio con la sciarpetta al collo e senza mai offendere l’avversario di turno ma solo e sempre sostenendo la propria squadra con affetto e convinzione.

Dove può arrivare il Siena quest’anno?

Per noi raggiungere la salvezza è come vincere uno scudetto; la città è piccola e non può certamente competere con società più blasonate e ricche per la conquista di traguardi diversi. La salvezza gratificherebbe un lavoro serio e costante, che stiamo tutti insieme, società, staff tecnico, giocatori e tifosi, portando avanti con grande serietà ed impegno, ognuno nella sfera di propria competenza.

Ti faccio cinque nomi, dammi un giudizio: Antonio Fragasso, Carmine Falso, Alex Brunner, Mirko Bellodi, Massimo Lotti.

Bella e sentimentale questa domanda! Come prima cosa devo dire che mi hai fatto i nomi di cinque amici veri ai quali sono legato da un vincolo di stima e di fiducia. Fragasso è una persona molto valida che conosce da quarant’anni il mondo del calcio e vi naviga con disinvoltura e grande capacità. Poteva ambire a traguardi ancora più prestigiosi ma ha preferito non arrivare ancora più in alto per scelte personali e di vita; Falso è stato prima il mio allenatore e poi il primo mister con il quale ho iniziato a collaborare come preparatore atletico quando ha smesso di giocare. Con lui ho fatto molte esperienze, tutte importanti e gratificanti e delle quali conservo ricordi meravigliosi. Brunner è un ragazzo splendido e come ti ho detto prima è stato sia mio compagno sia mio “allievo”. Un ragazzo bravissimo che ha sudato e lavorato con grande determinazione per raggiungere i risultati che ha raggiunto. Bellodi sta facendo molto bene a Mantova, è anche lui un ragazzo molto serio e capace e sono felice di averlo allenato. Lotti è di Gaeta come me e anche a lui sono legato da sincera amicizia e da reciproca stima ed affetto. Te l’ho già detto, tutti bravi ragazzi, seri ed impeccabili professionalmente ed umanamente.

Anellino, Lotti, Bellodi, Brunner, Fava, Giannichedda, Pecchia, Serao, Di Carlo e tanti altri i campioni nati nella nostra zona. Come è possibile che non si sia mai potuta formare una squadra che rimanesse stabilmente in serie B o C?

Perché pur essendo il nostro, un territorio che ha dato i natali a diversi giocatori che hanno militato in serie A, B e C e alcuni ancora vi militano, purtroppo non ha mai visto l’impegno costante di imprenditori alla guida delle società e senza soldi, tu mi insegni, non c’è possibilità di far crescere una squadra e di far rimanere i giocatori importanti. Per alcuni anni il Formia è riuscita a rimanere al passo e a giocare in serie C, poi con il tempo è capitolata nelle serie inferiori. Oggi il Latina è l’unica squadra della provincia che gioca in C2 e addirittura nessuna compagine pontina milita nell’interregionale. È evidente che continueranno a crescere campioni che cercheranno inevitabilmente lidi migliori.

Sei a contatto ogni giorno con giovani che guadagnano bene e che sono osannati dai tifosi. Cosa pensi dei loro coetanei che con l’uniforme delle Forze Armate e della Croce Rossa militare, girano il mondo in nome della libertà e della democrazia, pur non avendo le gratificazioni economiche dei giovani che alleni tu?

Penso che nella vita ci sono situazioni diverse e ci sono sempre state persone più fortunate e persone meno fortunate. Il guadagno facile non esiste e i giocatori che guadagnano bene non sono poi tanti come si pensa e poi tanti giovani, soprattutto nelle categorie inferiori, non sempre vengono pagati regolarmente. Il calciatore fa parte del sistema calcio che produce un grande movimento economico a tutti i livelli ed è quindi evidente che essendo proprio loro i protagonisti del sistema, guadagnano in percentuale la parte che gli compete in base alla loro bravura e al loro rendimento. Se non ci fossero i calciatori non ci sarebbe il calcio e un intero sistema economico salterebbe. Detto questo, non posso che confermarti il mio altissimo giudizio sui militari italiani, impiegati nelle varie missioni internazionali, che rendono onore all’Italia e che operano per il bene di altri popoli. Credo che il loro lavoro, fondamentale ed essenziale in una democrazia, debba ricevere il plauso e la riconoscenza di tutti.

È in programma per la prossima estate a Minturno, il “Forum dei Campioni”. Sarai presente con qualche collega del Siena, vero?

Ho saputo di questa manifestazione, che è ormai diventata un appuntamento fisso l’estate di Minturno e alla prima edizione sono anche intervenuto come spettatore. Sarò senz’altro presente e compatibilmente con gli impegni della società, cercherò di portare qualche compagno di avventura del Siena.

Pubblicato su “Lazio Sud Notizie” in data 23.09.2005

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